giovedì 7 febbraio 2013

Pensieri delle 4 di una notte buia e tempestosa



Rieccomi qui, dopo molte settimane a rispolverare il blog, che cavolo, rileggendo i primi post mi rendo conto di quanto il mio impegno è andato scemando, ma come ho già detto, la vita qui è entrata in un circolo vizioso di routine che grazie al lavoro non mi permette di vivermi troppe esperienze “sensazionali” da meritarsi un post sul blog.
Ma oggi è diverso, o meglio, no, oggi è esattamente un giorno come un altro, ma con qualcosa di diverso in me.
In questi giorni mi è capitato spesso di parlare con gente che è appena arrivata qui, o con gente che ha il pallino di partire come me per la Down Under Land.
E non so come mai, ma specialmente sta notte mi sono ritrovato a pensare a quello che mi sta capitando, cosa sto vivendo, e mi è tornata l’ispirazione per buttare giù due righe.



Cominciamo con il fare un bollettino sanitario, le ultime due settimane sono state terribili, ho avuto mal di gola, febbre e male al ginocchio, e tutto ciò mi ha costretto a letto per una settimana intera e la seconda settimana comunque sia resegato in casa la sera senza la possibilità di uscire. Quindi questa settimana ho proprio voglia di rimediare un po’ alla calma forzata dei giorni precedenti.
C’è da dire che il tempo non aiuta, come in molti hanno letto, gran parte dell’Australia, e il Queensland in generale, sono stati sommersi da un’alluvione abbastanza importante, e non è ancora finito del tutto il brutto tempo, il peggio è passato, il fiume è tornato a livelli di guardia, i detriti diminuiscono ogni giorno, ma almeno una volta ogni due giorni piove e la temperatura per fortuna è un po’ calata, siamo attorno ai 20 gradi, una gioia per me che con i 39 di tre settimane fa non riuscivo proprio a stare.
Ma non perdiamoci in chiacchiere, ieri sera mi è tornata l’ispirazione per scrivere perché come ho detto mi sono trovato più volte negli ultimi giorni a parlare da “esperto” a gente che aveva bisogno di informazioni, e mi sono di nuovo ricordato di dove sono, ho pensato alla mia vita, e allo stile di vita che sto tenendo qua quando messaggiando con la mia migliore Amica le ho detto che per l’ennesima volta dormivo sul divano di Luca, che per altro è il divano del mio primo appartamento a Brisbane, della serie gira che ti rigira sempre li finisco. Ora mai credo che quel divano mi ha accolto più volte del mio letto.
Si perché è proprio questa la figata di cui parlavo nei miei messaggi, abitando lontano dal centro, e essendo i trasporti inesistenti dopo mezzanotte e mezza, mi sono trovato molte volte a restare a casa di amici a dormire, e più ci penso, e più mi piace sta cosa. No non sono masochista, non preferisco dormire su un divano piuttosto che nel mio letto, ma più volte mi sono trovato a paragonare la vita qui a quella che facevo in Italia, che non è una cosa da fare, non si possono paragonare, però dopo un po’ è inevitabile, e boh… è proprio uno stile di vita che mi piace, in italia non esiste questa cosa, ed è un peccato, perché è davvero una figata uscire la sera, tornare a casa e prima di andare a dormire passare la nostra classica oretta a parlare di tutto e di più bevendoci ancora qualcosina tanto per tenere occupato il fegato che sia mai che si riposi troppo…



E in più devo dire che qui ho trovato una grande persona con cui ho legato molto, ed è proprio con lui che passo le ore a parlare di quando saremo tutti e due tornati nelle rispettive case, dei progetti futuri, di tutte le cose che dovremo fare una volta che ci vedremo in madrepatria, delle sciate, delle ragazze, della vita in generale…
Serenità…. Non esiste una parola più azzeccata per descrivere questo mio periodo. Sono ubriaco di vita, sono ubriaco di Australia, con i suoi pregi e difetti, sono ubriaco punto e basta.
E poi la sensazione di fare da maestro a chi è appena arrivato, ahhh è qualcosa di fichissimo, che vi devo dire, mi accontento di poco.



Ieri sera nell’appartamento di Luca sono arrivate due ragazze spagnole e abbiamo passato qualche ora a spiegargli come funziona la vita qui, il costo estremamente alto della vita, i trasporti, la vita notturna, e sta mattina le ho accompagnate per il centro a fargli vedere dove andare a fare la spesa, i posti più economici e i posti da evitare come la peste, ed è stato bello perché mi sono reso conto che questa è la mia vita attuale, Brisbane è la mia città, un posto da chiamare casa, e che se anche ogni tanto diventa difficile sentirla propria, alla fine finisce sempre per farmi capire che mi ha accolto a braccia aperte, non mi ha regalato niente, mi ha dato anche qualche batosta, ma quelle piccole cose che mi sono conquistato adesso me le godo alla grande.
Io non so come siano le altre città, non conosco Sydney, Melbourne, Adelaide o via dicendo, quindi non posso fare paragoni, ma dentro di me so che a Brisbane, un po’ come a New York, ci ho lasciato un pezzo di cuore, e che sarà fottutamente dura da lasciare quando arriverà il momento.



Nei prossimi giorni ci saranno degli aggiornamenti freschi freschi che richiederanno un post, quindi restate collegati che il prossimo articolo non si farà aspettare troppo…

Cheers