Questo post vuole raccontare qualche fatto
accaduto da quando ho messo piede dall’altra parte del mondo, vuole far capire
la differenza di mentalità, grazie alla quale nonostante tutti i difetti che
questo continente possa avere, è e resterà sempre e comunque uno scalino sopra
di noi.
1 - Appena arrivato a Brisbane, dopo qualche
giorno facevo ancora fatica a capire come funzionava il treno e i pullman, un
signore in completo elegante con 24 ore in mano alle 8.30 di mattina si ferma e
mi chiede se ho bisogno di aiuto, mi spiega dove devo andare, e torna ad
aspettare il pullman alla sua fermata, io ancora abbastanza digiuno di inglese
non ero proprio sicuro di quello che mi aveva detto, allora, dopo un attimo mi
sento toccare la spalla, era lui che dicendomi: “follow me!” mi ha portato
davanti alla fermata giusta e ripetendomi bene il numero di bus che dovevo
prendere.
2 – Per andare a lavoro, ero solito prendere
il city cat, che per chi non lo sapesse, è un battello che funziona da mezzo
pubblico, ed esattamente come il treno ti porta su e giù per il fiume, non una,
non due, ma per ben tre volte, mi è capitato di arrivare alla fermata un po’ al
limite con i tempi, e anche se la barca aveva già tirato su la passerella, e si
stava già allontanando, sono tornati indietro di qualche metro per farmi
salire, il tutto non è mai successo per l’ultimo battello della giornata, ma
semplicemente tornando indietro, mi hanno fatto risparmiare 20 minuti di
attesa.
3 – Gli autisti dei bus, 9 volte su 10 se ti
vedono in difficoltà, o perché hai finito i soldi sulla go-card (la tessera dei
trasporti), o perché sta scadendo, o perché l’hai dimenticata, ti chiedono dove
andare come se dovessero farti il biglietto, e poi ti dicono quasi sempre, di
andare a sederti non facendoti pagare la corsa, e se dici che sei nuovo e che
non sai a che fermata scendere, si fermano loro e ti chiamano indicandoti che
sei arrivato.
4 – Era una mattina del viaggio per la costa
Est, e come sempre stavamo dormendo in macchina in un’area di sosta, ad un
certo punto mi sento battere sul vetro, apro gli occhi, e vedo un signore con
dei cavi in mano che mi dice di svegliarmi che ho le luci accese. La prima
reazione è stata quella di essere a un millimetro dal mandarlo al diavolo
perché dopo 7-8 ore o forse più di viaggio durante la notte, siamo stati
svegliati di colpo alle 6.30 di mattina… dopo qualche chilometro però ci ho
pensato su, e questo signore, passando in autostrada ha visto che avevamo le
luci accese e che stavamo dormendo, allora si è fermato, ha tirato fuori i
cavi, ed era già pronto a farci ripartire la macchina nel caso ce ne fosse
stato il bisogno.
5 – Sydney, camminando per strada Luca ha
avuto male a un piede e per camminare meglio si è tolto l’infradito che gli
dava fastidio tenendola in mano, un ragazzo con un borsone passandoci affianco
a visto la scena, ci ha bloccati, e pensando che se lo fosse tolto perché
rotto, si è proposto di riparargli l’infradito sul momento, dato che aveva
tutti i mezzi per farlo.
6 – Starbucks, vado a bermi un the un
pomeriggio, con il computer dietro per collegarmi ad internet, faccio quello
che devo fare e vado via, dopo qualche ora, mi rendo conto di non avere più il
portafogli, preso dal panico giro mezza città cercando di capire dove poteva
essere, dopo più di un’ora di ricerca, e quasi sul punto del suicidio per la
perdita, mi torna in mente di quella piccola pausa che mi ero preso, e
aggrappandomi a ogni speranza possibile, chiedo se qualcuno l’ha trovato, mi
chiedono il nome, mi dicono di si e me lo ridanno, non mancava neanche mezzo
centesimo.
7 – Nuova Zelanda, la mattina è quella in cui
siamo andati su una montagna al centro dell’isola Nord per andare a vedere una
location in cui hanno girato Il Signore degli Anelli. Siamo arrivati li che
eravamo imbacuccati come eschimesi, per il freddo della notte, ma il sole del
mattino scaldava tanto e pian piano ci siamo spogliati, fatte le foto di rito,
si riparte, e Luca, per qualche strana ragione lascia la giacca con portafogli
e tutti i documenti sul baule della macchina, non la vediamo e partiamo.
Arriviamo quasi a Wellington (più di 300 km da
quel posto) e al momento di far benzina mi dice: “non trovo la giacca e dentro
c’era il portafogli”… la mia risposta non tarda ad arrivare: “ma per chi mi hai
preso? Smettila di fare il pirla”…
Poi i suoi occhi non mentono, e allora li
parte il cagotto, io non avevo soldi, stvo aspettando il bonifico, e in carta
avremmo avuto si e no 10$, il tutto con un pieno di benzina da 70 dollari da
pagare, dopo aver capito dove l’aveva persa, il benzinaio ci fa un modulo
grazie al quale il pieno l’avremmo dovuto pagare in un’altra stazione di
servizio vicina al luogo in cui era stata persa la giacca, così siamo tornati
indietro, sul posto ovviamente non c’era più niente, era un parcheggio affianco
alla strada, saremmo andati via alle 9 di mattina e ci siamo tornati alle 7 di
sera, il giorno dopo andiamo alla polizia del paese più vicino, e
“naturalmente” qualcuno che l’aveva vista il giorno prima non ci ha pensato
mezzo secondo a prenderla e a portarla alla centrale, anche sta volta senza
togliere neanche un centesimo.
Questi sono solo i fatti che mi sono rimasti
più a mente, non sono gli unici, ma direi che sono abbastanza per farmi
riflettere su una cosa. Quando ero in italia, ascoltavo la radio ogni giorno, e
molte volte, un argomento che usciva fuori era il classico: Se trovi un
portafogli pieno di soldi cosa fai?
Ok, nei nostri casi non c’erano migliaia di
dollari, ma almeno più di 100 $ di sicuro. Io tutte le volte che sentivo questo
argomento mi rispondevo che non ne ero sicuro, non sapevo dire come mi sarei
comportato. In Italia, una persona conosce quello che farà solo quando si trova
davanti alla situazione, prima per quanto di buon animo possa essere non può
saperlo con certezza. Qui ho trovato una risposta a questa domanda. Credo che
se capitasse a me, non ci penserei su due volte, perché è grazie alla mentalità
che c’è qui che per due volte abbiamo riavuto i nostri portafogli esattamente
come li avevamo perduti. Mi sentirei terribilmente in colpa a non fare lo
stesso.
Tutto questo post, è partito in realtà da un
video che ho visto su internet, in cui si vede una persona fare qualcosa di
buono per un’altra persona, anche qualcosa di minimo, come spostare la tazza di
caffè sul tavolino di uno sconosciuto per evitre che cada, una terza persona
vede il tutto, e nella scena seguente, questa terza persona fa qualcosa di
buono a un altro, e così via…
Come ho già detto l’Australia non è l’eden, di
difetti, di stronzi, e di inculate ne è piena anche lei, ma almeno c’è questo
tipo di mentalità che prevale sul resto, e non credo di esagerare nel dire che
forse uno dei grossi motivi per cui questo Paese va così bene anche
finanziariamente, è proprio quello.
Tutto sta nella mentalità, l’ho sempre
sostenuto, ed è il grosso problema dell’Italia, non sono i politici che rubano,
si fanno le leggi ad personam, e campano sulle disgrazie altrui. Il problema
dell’Italia, che non porterà mai a una soluzione, è che noi piccoli cittadini
che nulla possiamo su affari di grande scala, al loro posto, faremo ESATTAMENTE
la stessa cosa.
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