domenica 14 aprile 2013

Tutto sta nella mentalità


Questo post vuole raccontare qualche fatto accaduto da quando ho messo piede dall’altra parte del mondo, vuole far capire la differenza di mentalità, grazie alla quale nonostante tutti i difetti che questo continente possa avere, è e resterà sempre e comunque uno scalino sopra di noi.
1 - Appena arrivato a Brisbane, dopo qualche giorno facevo ancora fatica a capire come funzionava il treno e i pullman, un signore in completo elegante con 24 ore in mano alle 8.30 di mattina si ferma e mi chiede se ho bisogno di aiuto, mi spiega dove devo andare, e torna ad aspettare il pullman alla sua fermata, io ancora abbastanza digiuno di inglese non ero proprio sicuro di quello che mi aveva detto, allora, dopo un attimo mi sento toccare la spalla, era lui che dicendomi: “follow me!” mi ha portato davanti alla fermata giusta e ripetendomi bene il numero di bus che dovevo prendere.

2 – Per andare a lavoro, ero solito prendere il city cat, che per chi non lo sapesse, è un battello che funziona da mezzo pubblico, ed esattamente come il treno ti porta su e giù per il fiume, non una, non due, ma per ben tre volte, mi è capitato di arrivare alla fermata un po’ al limite con i tempi, e anche se la barca aveva già tirato su la passerella, e si stava già allontanando, sono tornati indietro di qualche metro per farmi salire, il tutto non è mai successo per l’ultimo battello della giornata, ma semplicemente tornando indietro, mi hanno fatto risparmiare 20 minuti di attesa.

3 – Gli autisti dei bus, 9 volte su 10 se ti vedono in difficoltà, o perché hai finito i soldi sulla go-card (la tessera dei trasporti), o perché sta scadendo, o perché l’hai dimenticata, ti chiedono dove andare come se dovessero farti il biglietto, e poi ti dicono quasi sempre, di andare a sederti non facendoti pagare la corsa, e se dici che sei nuovo e che non sai a che fermata scendere, si fermano loro e ti chiamano indicandoti che sei arrivato.

4 – Era una mattina del viaggio per la costa Est, e come sempre stavamo dormendo in macchina in un’area di sosta, ad un certo punto mi sento battere sul vetro, apro gli occhi, e vedo un signore con dei cavi in mano che mi dice di svegliarmi che ho le luci accese. La prima reazione è stata quella di essere a un millimetro dal mandarlo al diavolo perché dopo 7-8 ore o forse più di viaggio durante la notte, siamo stati svegliati di colpo alle 6.30 di mattina… dopo qualche chilometro però ci ho pensato su, e questo signore, passando in autostrada ha visto che avevamo le luci accese e che stavamo dormendo, allora si è fermato, ha tirato fuori i cavi, ed era già pronto a farci ripartire la macchina nel caso ce ne fosse stato il bisogno.

5 – Sydney, camminando per strada Luca ha avuto male a un piede e per camminare meglio si è tolto l’infradito che gli dava fastidio tenendola in mano, un ragazzo con un borsone passandoci affianco a visto la scena, ci ha bloccati, e pensando che se lo fosse tolto perché rotto, si è proposto di riparargli l’infradito sul momento, dato che aveva tutti i mezzi per farlo.

6 – Starbucks, vado a bermi un the un pomeriggio, con il computer dietro per collegarmi ad internet, faccio quello che devo fare e vado via, dopo qualche ora, mi rendo conto di non avere più il portafogli, preso dal panico giro mezza città cercando di capire dove poteva essere, dopo più di un’ora di ricerca, e quasi sul punto del suicidio per la perdita, mi torna in mente di quella piccola pausa che mi ero preso, e aggrappandomi a ogni speranza possibile, chiedo se qualcuno l’ha trovato, mi chiedono il nome, mi dicono di si e me lo ridanno, non mancava neanche mezzo centesimo.

7 – Nuova Zelanda, la mattina è quella in cui siamo andati su una montagna al centro dell’isola Nord per andare a vedere una location in cui hanno girato Il Signore degli Anelli. Siamo arrivati li che eravamo imbacuccati come eschimesi, per il freddo della notte, ma il sole del mattino scaldava tanto e pian piano ci siamo spogliati, fatte le foto di rito, si riparte, e Luca, per qualche strana ragione lascia la giacca con portafogli e tutti i documenti sul baule della macchina, non la vediamo e partiamo.
Arriviamo quasi a Wellington (più di 300 km da quel posto) e al momento di far benzina mi dice: “non trovo la giacca e dentro c’era il portafogli”… la mia risposta non tarda ad arrivare: “ma per chi mi hai preso? Smettila di fare il pirla”…
Poi i suoi occhi non mentono, e allora li parte il cagotto, io non avevo soldi, stvo aspettando il bonifico, e in carta avremmo avuto si e no 10$, il tutto con un pieno di benzina da 70 dollari da pagare, dopo aver capito dove l’aveva persa, il benzinaio ci fa un modulo grazie al quale il pieno l’avremmo dovuto pagare in un’altra stazione di servizio vicina al luogo in cui era stata persa la giacca, così siamo tornati indietro, sul posto ovviamente non c’era più niente, era un parcheggio affianco alla strada, saremmo andati via alle 9 di mattina e ci siamo tornati alle 7 di sera, il giorno dopo andiamo alla polizia del paese più vicino, e “naturalmente” qualcuno che l’aveva vista il giorno prima non ci ha pensato mezzo secondo a prenderla e a portarla alla centrale, anche sta volta senza togliere neanche un centesimo.

Questi sono solo i fatti che mi sono rimasti più a mente, non sono gli unici, ma direi che sono abbastanza per farmi riflettere su una cosa. Quando ero in italia, ascoltavo la radio ogni giorno, e molte volte, un argomento che usciva fuori era il classico: Se trovi un portafogli pieno di soldi cosa fai?
Ok, nei nostri casi non c’erano migliaia di dollari, ma almeno più di 100 $ di sicuro. Io tutte le volte che sentivo questo argomento mi rispondevo che non ne ero sicuro, non sapevo dire come mi sarei comportato. In Italia, una persona conosce quello che farà solo quando si trova davanti alla situazione, prima per quanto di buon animo possa essere non può saperlo con certezza. Qui ho trovato una risposta a questa domanda. Credo che se capitasse a me, non ci penserei su due volte, perché è grazie alla mentalità che c’è qui che per due volte abbiamo riavuto i nostri portafogli esattamente come li avevamo perduti. Mi sentirei terribilmente in colpa a non fare lo stesso.
Tutto questo post, è partito in realtà da un video che ho visto su internet, in cui si vede una persona fare qualcosa di buono per un’altra persona, anche qualcosa di minimo, come spostare la tazza di caffè sul tavolino di uno sconosciuto per evitre che cada, una terza persona vede il tutto, e nella scena seguente, questa terza persona fa qualcosa di buono a un altro, e così via…
Come ho già detto l’Australia non è l’eden, di difetti, di stronzi, e di inculate ne è piena anche lei, ma almeno c’è questo tipo di mentalità che prevale sul resto, e non credo di esagerare nel dire che forse uno dei grossi motivi per cui questo Paese va così bene anche finanziariamente, è proprio quello.
Tutto sta nella mentalità, l’ho sempre sostenuto, ed è il grosso problema dell’Italia, non sono i politici che rubano, si fanno le leggi ad personam, e campano sulle disgrazie altrui. Il problema dell’Italia, che non porterà mai a una soluzione, è che noi piccoli cittadini che nulla possiamo su affari di grande scala, al loro posto, faremo ESATTAMENTE la stessa cosa.

- If you give a little love, you can get a little love of your own -

sabato 6 aprile 2013

Vacanze italiane!!!!!


Passate le emozioni del primo giorno, mi resta solo un’ultima “sorpresa”… grazie alla mia talpa, anche il restante gruppo di amici è stato colpito, e di questo devo ringraziare Jonathan che è riuscito con una scusa fantastica a far uscire tutti in settimana!!!
Ora che le sorprese sono finite, è ora di godersi un po’ questa pausa italiana, e un po’ di sano inverno.
Molti mi additeranno come pazzo, ma a me l’inverno piace, e anche tanto. Come dico sempre, a pistola alla tempia, preferisco il freddo al caldo, e questo ritorno in patria, di freddo me ne ha regalato tanto, ma la cosa più bella è che insieme al freddo, mi ha regalato anche una serie di nevicate stupende. E dove c’è neve… c’è snowboard!!!!
Non stavo più nella pelle quando arrivato a casa, ho tirato fuori la mia tavola dalla sacca chiusa nell’armadio da troppi mesi ormai. Era li ad aspettarmi al buio, e averla di nuovo tra le mani è stata una gioia enorme. Se poi aggiungiamo il fatto che due giorni dopo essere tornato, il cielo mi ha graziato di una nevicata con i fiocchi (mai espressione fu più azzeccata), ci metterete poco a capire che uno dei miei pensieri principali era allacciarmi gli scarponi, infilarli negli attacchi e riprendere l’unico sport che negli ultimi anni mi ha preso proprio tanto!
In 3 settimane in Italia sono andato a sciare 8 volte! Una media così alta non l’ho mai tenuta neanche negli inverni più fighi. C’è da dire che il fatto di essere a casa da lavoro ha aiutato, così la mattina mi svegliavo, aprivo le tapparelle, e decidevo il da farsi. Se non altro ho un po’ allievato la voglia di sciare, anche se come sempre non mi è sparita del tutto.
Le settimane sono volate, e senza che me ne accorgessi, era già quasi ora di ritornare nella mia seconda casa. Serate con gli amici, serate al Sottosopra (sono riuscito a prendere 4 kg in 3 settimane, il cibo italiano mi mancava proprio), serate a non fare niente passate a rilassarsi. Come sempre, il tempo prima che arrivi sembra essere infinito, poi ti rendi conto che passa troppo  velocemente, e così vorresti qualche giorno extra per passare più tempo con le persone a cui vuoi più bene, a cominciare da Alice, la sorella che con la sua reazione mi ha fatto sentire l’uomo più orgoglioso della terra, Alice la cuginetta “ritrovata” dopo molto tempo, al quale voglio ogni giorno più bene… deve esserci un’alchimia nel nome Alice che mi accompagna… E poi Alberto, un nuovo grande Amico, e tutti gli altri…
Il tempo è veramente troppo veloce, e proprio quando iniziavo ad abituarmi, era ora di rifare la valigia.
Che dire, ormai con i sentimenti contrastanti ci ho fatto l’abitudine, e non credo di vivere più un giorno della mia vita senza essere felice e triste allo stesso tempo.
Triste perché come ho già detto il tempo passa in fretta, e quasi quasi vorrei rimanere qui un altro po’, ma felice perché mi rendo conto che la mia vita ora è in Australia, l’Italia per ora è il luogo di vacanza, i ruoli delle due nazioni si è momentaneamente invertito, e sono dispiaciuto di dover salutare nuovamente tutti, ma sta volta è diverso, sei mesi fa partivo senza sapere a cosa andavo in contro, ora so che tornerò a Brisbane, la città che ora sento mia come forse solo New York, e per chi mi conosce, capisce il peso di questa frase. Anche se a dire la verità, sarà per poco, si perché dopo la vacanza italiana, mi aspetta una vacanza australiana, seguita da una vacanza neo zelandese… Oh… ho lavorato 6 mesi, ora mi merito una bella ricompensa!
Si perché quando tornerò avrò non più di 5 giorni per organizzare un po’ di cose, e poi con Luca e Giacomo, si partirà per un viaggio on the road attraverso tutta la costa Est australiana. Tappe principali: Whitsunday Island, Cairns, Sydney e Byron Bay per poi far ritorno a Brisbane dopo 12 giorni e migliaia di km.
Il tutto seguito da un volo diretto a Auckland, dove prenderemo un’altra macchina e esploreremo tutta l’isola del Nord. Purtroppo non abbiamo molti giorni, e abbiamo dovuto escludere l’isola del Sud, ma poco male, si dice che ogni volta che si va da qualche parte, bisogna sempre tenersi un motivo per tornare…