Come già accennato, dopo la Volcanic valley,
ci dirigiamo a Sud, verso il monte Ruapehu. Ci arriviamo verso sera e ci
mettiamo a dormire in una piazzola vicino a Waiouru. La cosa bella di questo
viaggio è l’estrema diversità dei paesaggi attraversati, dalle foreste della
Volcanic valley passiamo alle rive del lago Taupo e per finire passiamo in
mezzo al Rangipo Desert, un deserto vero e proprio degno dei migliori paesaggi
americani.
Il monte Ruapehu è una montagna molto alta nel
bel mezzo dell’isola del Nord, un immenso parco naturale famoso per le piste da
sci, e come ho accennato nel post precedente per essere stato location di
qualche scena del Signore degli Anelli.
Per raggiungere la location dobbiamo guidare
una mezz’oretta nei boschi della montagna, e alla fine raggiungiamo lo spiazzo
dal quale si accede al fiume dove è stata girata la scena.
La scena della quale sto parlando è una
piccola scena de “Le due Torri”, nella quale Gollum si butta nel fiume per
rincorrere e catturare un pesce.
Una particolarità legata a questa scena è che
nei contenuti speciali del film, si dice di come Andy Serkis, sia stato
abbastanza coraggioso da buttarsi nel fiume che al tempo della scena era mezzo
ghiacciato e di come si sia fermato a un metro da un precipizio nel quale il
fiume si butta formando una cascata.
Dalle immagini non si capiva molto bene quanto
fosse alto, ma dal vivo ho potuto constatare di persona, e posso dire che è
veramente alto, lascio a voi giudicare.
Dopo le foto di rito, partiamo in direzione di
Wellington, con l’unico problema che Luca dal caldo si toglie la giacca e
l’appoggia sul baule della macchina. Subito non ce ne rendiamo conto,
lasciamola li quella giacca, ci tornerà utile più tardi. Partiamo decisi, ci
aspettano 300 chilometri in mezzo a panorami spettacolari, cittadine minuscole,
e coste bellissime.
Arrivati a Paraparaumu ci fermiamo a fare
benzina. Facciamo il pieno e andiamo a pagare.
Premessa, in quel momento io avevo finito i
contanti, stavo aspettando un bonifico dall’italia sulla carta Australiana
ormai vuota, e Luca stava anticipando tutto.
Torno dal bagno e Luca mi dice: “non trovo più
la mia giacca, e avevo il portafoglio dentro!”
La mia risposta arriva immediata: “smetti di
fare il pirla e vai a pagare!”
Poi noto nei suoi occhi quella scintilla che è
a metà tra la morte e la disperazione e capisco che non sta scherzando,
rivoltiamo la macchina ma niente, la giacca non c’è, e abbiamo qualcosa come 3
$ in due.
A quel punto scatta un lieve momento di panico
generale, la cui visione ottimistica ci consiglia che siamo letteralmente
fottuti, non possiamo pagare la benzina, non possiamo comprarci del cibo, e non
possiamo neanche prelevare dalle mie carte perché quella Australiana è senza un
soldo, la PostePay pure, e il Banco Posta smagnetizzato. L’unica speranza è che
il bonifico fatto il giorno prima arrivi il prima possibile, ma di solito ci
mette 4 o 5 giorni.
Dopo aver raccolto tutte le energie per
cercare di calmarci spieghiamo il tutto al benzinaio e andiamo alla polizia a
fare denuncia.
Dopo aver fatto tutto proviamo a chiedere se
lasciando qualcosa di prezioso al benzinaio possiamo andare via a cercare la
giacca forse lasciata sulla montagna a 280km da lì. Per fortuna ci dice che non
c’è bisogno, ci compila un modulo con il quale possiamo pagare il pieno in un
altro benzinaio vicino al luogo in cui dovremmo aver perso la giacca. E siamo
di nuovo in macchina a ripercorrere la stessa strada al contrario pregando
tutti i santi che ci sia ancora. Arriviamo al monte che è sera, la giacca non
c’è e non sappiamo che fare. Io riesco tramite internet a trasferire dei soldi
sulla PostePay dal conto italiano in quanto è giorno in Italia, non so perché
ma se è notte non si può… evviva l’Italia ancora una volta nel quale anche i
siti internet hanno un orario lavorativo.
Dopo l’infruttuosa ricerca, ci fiondiamo
all’ufficio di Polizia più vicino nell’ultima debole speranza che qualcuno
l’abbia trovata e portata li, ma è troppo tardi, è già chiuso. Allora decidiamo
di prendere una camera in un ostello a Ohakune, un paesino ai piedi della
montagna dove possiamo farci una doccia e dormire in un letto al caldo.
La mattina appena svegli andiamo alla polizia,
e come ho già scritto in un post in precedenza ci consegnano la giacca con
tutto dentro. Non finiremo mai di ringraziare abbastanza la correttezza il buon
cuore e l’onestà che regnano in questa zona del mondo, grazie alle quali più di
una volta l’ho sfangata da situazioni piuttosto complicate.
Dato che tutto questo ci ha fatto perdere un
giorno intero, non sappiamo bene che fare, ma alla fine decidiamo comunque di
andare a Wellington, anche se avremmo dovuto rifare la stessa strada per la
terza volta, tanto eravamo abituati a distanze molto più grandi.
La sera arriviamo finalmente a Wellington, la
mia eccitazione era alle stelle, più di ogni altra città, era quella che avrei
voluto visitare a tutti i costi, in quanto, oltre alla bellezza in se della
città, è anche sede degli studios nei quali è stato girato il Signore degli
Anelli, ed è la città della Weta Workshop, un’azienda che ha prodotto e produce
tutti gli oggetti, disegni, statue, sculture ed effetti speciali di film come
Avatar, Le cronache di Narnia, Io robot, e tanti altri.
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