venerdì 16 agosto 2013

Wellington...

Ladies & Gentlemen… Welcome to Wellington!!!

EHHH si, alla fine ci siamo arrivati.
Devo dire che dopo tutta la storia della giacca, l’idea di rifarci ancora tutti quei chilometri una terza volta per arrivare fin qui, non ci allettava molto, ma avevo troppa voglia di vederla, e anche se mancano 3 giorni alla fine di questo viaggio non ho resistito, non potevo saltarla proprio ora che ero così vicino, e poi i paesaggi anche se per la terza volta sono sempre belli da ammirare!!!!













Arriviamo in tarda mattinata, cerco l’indirizzo di un centro informazioni, e ci buttiamo nel centro di questa grossa città, il quale non è molto diverso dalle città australiane o da Wellington come edifici, ma la cosa che la rende unica è il luogo in cui è situata che a parer mio la rende molto più affascinante.
Metà è costruita sulla “terra ferma” e metà su una penisola collegata al resto della città da una sottile striscia di terra occupata quasi interamente dall’aeroporto, ora, non chiedetemi perché, ma questa cosa mi piace un sacco, non ci posso fare niente.
Essendo un fan del Signore degli Anelli, in passato mi sono puppato tutti i contenuti speciali possibili, e girare per le strade di questa città, un po’ come succede a New York, è tutto un riconoscere posti descritti da Peter Jackson, e dagli attori.
Nel centro informazioni si nota subito quanto l’effetto turistico del film abbia avuto maggior effetto in questa città in particolare, su una parete di depliant, più di metà riguardano tour delle location del film, o dei luoghi frequentati dal cast, un quarto riguardano la Weta Workshop, e solo l’ultimo quarto è riservato a musei, ed attività.
Come l’Australia, la Nuova Zelanda, è un Paese piuttosto recente, e quando si entra in una città, le cose da fare o da vedere per come le intendiamo noi sono ridotte abbastanza all’osso.
Quindi decidiamo che come da mood dell’intero viaggio, se non c’è “niente di particolare” da vedere, si prende la macchina e si gira senza una meta precisa, e questo come sempre ripaga molto.
A dire la verità la prima meta non è molto casuale, in quanto è appunto la sede della Weta Workshop, dico a Luca che se non vuole venire lo capisco al 100% e che se vuole farsi un giro nel frattempo non c’è problema. Io mi faccio il tour guidato che dura un’ora. Non so bene in cosa consista, ma qualsiasi cosa comprenda andrà più che bene.




L’intero complesso di capannoni è molto grande, ma la parte aperta al pubblico è minuscola, e consiste in una sorta di negozio dove sono esposte molte statuette raffiguranti i più svariati personaggi da loro creati, una sorta di mini-museo dove puoi comprare quasi tutto quello che vedi, con prezzi che vanno dai 2 o 3$ fino alle repliche dell’Unico Anello in oro puro a 6000$ al pezzo.





C’è una visita guidata ogni ora, attendo il mio turno e un ragazzone si presenta davanti a me e altre 5 persone. Si presenta e ci porta dentro uno dei capannoni affianco. Purtroppo non è permesso fare fotografie, ma in realtà su internet se ne trovano alcune senza problemi.
Il tour consiste nel giro di una grossa stanza nel quale ti spiegano la storia della ditta, i progetti sui quali hanno lavorato, come realizzano le attrezzature per i film, dagli oggetti in resina, fino alle armature in acciaio e cuoio veri che servono per i primi piani. Il tutto è davvero molto interessante, e per essere quello che viene da più lontano, il ragazzo mi lascia un buono sconto da 10$ da spendere nel negozio.
Finito il tour, faccio razzia di quello che il mio portafoglio mi permette di spendere, e torno da Luca.
Decidiamo di iniziare a girare un po’ a caso, e ci imbattiamo in una cosa molto particolare che non sapevo di Wellington, ha una scritta in stile Hollywood che da sulla baia.




Da li prendiamo una strada che costeggia tutta la penisola, e nonostante il tempo non sia dei più belli, scopriamo scorci della città veramente belli, che mi convincono sempre più a consigliare sempre di noleggiare una macchina quando si va in vacanza. Non c’è niente da fare, sarà una spesa anche non da poco ma per la mia esperienza regala sempre delle soddisfazioni, girare solo il centro a piedi o comunque essendo limitati dai mezzi pubblici è qualcosa che ti fa perdere sempre qualcosa che magari non sarà “turistico” nel senso stretto del termine, ma che alla fine varrà la pena aver visto.








(scusate la pessima qualità della foto panoramica ma non sono riuscito a fare di meglio purtroppo) 

Un’altra particolarità della città, è il Mount Victoria, una montagnetta nel centro esatto dalla quale si gode di un panorama spettacolare di tutta la città. Salite ripidissime, incroci strettissimi e un grande parco è ciò che caratterizza questa montagna, che anche in questo rende unica Wellington.
Ah, come ho già detto, e come si è già visto dalle foto il tempo non era il massimo, tirava un vento fortissimo e li in cima era ancora più forte, ma questo non ci ha dissuaso dal fare un po’ i coglioni e fare qualche bella foto, con la promessa di tornarci la sera per la foto in notturna.







Il pomeriggio passa veloce, ci sistemiamo in ostello, facciamo cena e torniamo sul Mount Victoria e come credevo il panorama che ci si presenta davanti conferma la mia teoria del mondo visto dall’alto di notte. Se già Welington era bella di giorno, con il buio è magica, e le luci di tutti i paesi sulla costa della baia aiutano a rendere ancora più bella la vista.






Siamo quasi giunti alla fine del racconto del viaggio, e mi rendo conto solo ora che purtroppo le parole da spendere su molte cose non sono tante, uno più bravo di me avrebbe saputo descrivere i paesaggi con più accuratezza, io non so come mai, ma non ci riesco, preferisco far parlare le mie fotografie, vorrei perdermi ore a parlare di tutte le emozioni che ho provato durante questa avventura, ma il fatto è che la Nuova Zelanda, come anche l’Australia, non avendo una grossa storia come la possiamo intendere noi europei, è una terra da vedere, da vivere, i paesaggi non possono essere descritti, e ora mi beccherò una riga di vaffanculo che non finiscono più, perché so quanto è lontana questa terra, so quanto sia difficile e costosa da raggiungere, ma l’unica cosa che mi sento di dire, è che questa è una parte del mondo che TUTTI, almeno una volta nella vita dovrebbero vedere, costerà tanto, ma è un sacrificio che ognuno di noi dovrebbe fare per se stesso.
Concludo questa puntata del blog con una delle frasi che mi è stata dedicata da un mio Amico prima di partire…

“Vedrai stelle che molti non vedranno mai…”

E allora facciamole vedere queste stelle a chi non verrà mai da questa parte…





L’obbiettivo di questo blog è un po’ questo, portare un po’ di queste stelle a chi non può vederle, per questo ultimamente la mia Canon 1100D parla molto più di me.

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