venerdì 5 luglio 2013

Brisbane - Cairns


Come promesso riprendo il blog dal racconto del viaggio intrapreso dopo la mia vacanza italiana.
Here it is…

Ed è di nuovo Australia!
Iniziamo con il dire che per la terza volta ho avuto la fortuna di passare la parte di viaggio lunga con tre sedili liberi, ormai inizio a credere che non sia solo stata una botta di fortuna… Meglio così.
Appena arrivato all’aeroporto, ho rivissuto i momenti in cui ero atterrato la prima volta ad Agosto, ma sta volta con occhi ovviamente diversi, primo dettaglio, era mattina e non sera, e poi uscire dalle porte e vedere il lontananza quello skyline che per mesi è stato così familiare, mi ha fatto sentire di nuovo a casa. Altra cosa che mi ha aiutato a sentire il ritorno in patria Australiana è stata la temperatura, mi ero dimenticato quel caldo. Mai come quella mattina non vedevo l’ora di tornare a casa per farmi una doccia!
Rivedere pian piano tutti è stato bellissimo, a partire dalle mie coinquiline, a finire con gli amici di sempre. Ero finalmente ritornato a quella vita che tanto ho amato. Anche se aleggia sempre una sensazione strana, in quanto ho solo 4 o 5 giorni e poi si parte a fare un po’ il turista, dato che non l’ho fatto per sei mesi, ora, come già detto in passato, mi prendo 20 giorni con Luca per girare tutta la East Coast…
Alla fine si è unito a noi un nostro amico fiorentino, Giacomo, che sta con noi fino a Sydney e poi lui si ferma li.
Arriva anche il giorno della partenza, è una mattina calda, vado ad affittare la macchina, è molto bella, nuova e grande, una Toyota Camry azzurrina, ok il colore non è il massimo ma alla fine chissene.



Faccio un giro a raccattare i miei bagagli, e i miei compagni di viaggio e per la tarda mattinata siamo in partenza, direzione… non specificata, o meglio, nord. Il programma generale è arrivare fino a Cairns, tornare indietro fino a Sydney, per poi finire il tutto di nuovo a Brisbane, dove io e Luca prenderemo l’aereo per la Nuova Zelanda.
Il viaggio inizia con lo spirito al massimo e la strada che corre veloce fuori dai finestrini, fin troppo veloce in realtà, dovremmo fermarci in Sunshine coast perché Luca vuole approfittarne e fare un po’ di Kite surf, ma dopo un po’ ci accorgiamo di aver superato la meta di qualche chilometro, torniamo indietro e viviamo la prima tappa ufficiale del viaggio, mentre Luca si diletta con il suo nuovo giocattolino, io e Giacomo ce la contiamo in spiaggia a guardare la marea di gente che data la giornata perfetta da Kite ci deliziano con salti e acrobazie.






Il pomeriggio passa in fretta e il tempo inizia a guastarsi, allora decidiamo di mangiare qualcosa prima di proseguire il viaggio. Cerchiamo un parco con qualche barbecue elettrico, tanto qui sono comuni come le fontanelle per l’acqua da noi, e consumiamo il nostro pasto fatto di avanzi di fettine di carne e patate crude messe sulla piastra nella speranza che dopo un po’ di cottura diventassero mangiabili… per la cronaca no, se sono crude non ci si può fare niente… oh uno ci spera!!!



Finita la cena si riprende a macinare chilometri finchè ce la si fa, la prossima tappa dovrebbe essere Withsunday Island, famosa per avere una delle spiaggie più belle del mondo.
Il tempo per ora non è dalla nostra parte, le nuvole coprono il cielo e la pioggia va e viene, ma per fortuna non ci scoraggia più di tanto, e le ore passano fra la musica e le chiacchiere, condite dal caffè più schifoso che abbia mai bevuto preso in una “stazione di servizio” nel bel mezzo del nulla cosmico.
Ok, ora apro una lunga parentesi a proposito delle strade Australiane. Quando uno pensa alle autostrade australiane, a quelle due al massimo tre strade principali che collegano Brisbane a Cairns, si immagina quantomeno una strada come le nostre, due o tre corsie per ogni carreggiata dritte come spaghetti per tutte le centinaia di chiometri che separano le due città. Bene, se quella è l’immagine che avete in testa, è una grande cazzata!!! Le “autostrade” degne di quel nome, sono solo attorno i grossi centri urbani, e per grossi intendo 6 o 7 in tutta l’Australia, il resto sono solo strade a una carreggiata con due sole corsie, insomma, una strada di campagna. Ma la cosa torbida, quella che ti fa salire la voglia di scomodare una lunga lista di santi, è che ogni volta che devi sorpassare un camion o qualche buontempone che nonostante i già miseri 110km/h di limite massimo, decide di andare anche più piano, rendendo quelle strade già di per se lunghissime, qualcosa di eterno. Le uniche vie di fuga sono regalate ogni 10-20 km da delle apposite corsie di sorpasso della lunghezza di si e no 1km, in cui la strada acquisisce una corsia extra alternando prima un senso di marcia e poi l’altro, dantoti quindi la possibilità di sorpassare all’incirca ogni 20 minuti nella speranza che la colonna di macchine non sia troppo lunga altrimenti bisogna aspettare la corsia che ci sarà dopo.
Altra grande e simpatica particolarità delle strade australiane, è la presenza di cartelli stradali fantastici, a partire dai giochi per non addormentarsi finendo ai cartelli che riprendono le frasi dei bambini che chiedono ai genitori quanto manca, e quelli dei genitori che rispondono. Qui c’è qualche esempio di come la mentalità di questo Paese che per certi aspetti trovo fantastica, abbia condizionato anche il tipo di segnaletica.















Detto questo, ritorniamo a dove ci eravamo lasciati, sosta caffè/acqua putrida e via di nuovo con la decisione di arrivare più a Nord possibile, abbiamo pochi giorni e i chilometri sono tanti.
A notte inoltrata arriviamo in un paesino abbastanza sperduto in riva al mare dove decidiamo di pernottare. Giriamo qualche minuto alla ricerca di un angolino dove poter parcheggiare senza essere disturbati, in quanto in teoria dormire per la strada tecnicamente è illegale, ma questo viaggio è partito all’insegna del risparmio, e quindi di ostelli per ora non se ne parla.
Trovata una strada che finisce nel nulla parcheggiamo e ci apprestiamo alla prima notte in macchina. Fuori piove a dirotto e tira vento, il che per ora non è neanche così negativo, in quanto la temperatura non è molto alta e riusciamo a dormire quasi bene.
La mattina ci si sveglia con la pioggia che continua a cadere, meno della sera prima, ma il tempo non è il massimo. Lasciamo il paese venendo fermati dalla polizia che in un posto di blocco fa l’Alcol test alle 8 di mattina a tutte le macchine che passano… Questo rende anche bene l’idea di un lato di questo Paese non proprio positivo come quello dei cartelli stradali.
Dopo aver percorso quasi 1200 km da Brisbane, siamo in avvicinamento all’incrocio da prendere per arrivare a Whitsunday Island che il tempo continua ad essere brutto e un po’ demoralizzati decidiamo di andare oltre e sperare che il cielo ci dia tregua nel viaggio di ritorno.
Guidiamo fino a Cairns per i restanti 500 km con il morale che inizia a calare un pochino, la pioggia non smette e manda un po’ in fumo l’idea che ci eravamo fatti di questo viaggio. L’idea era quella di fermarsi qualche oretta anche a Rainbow Beach, un’altra bella spiaggia degna di nota ma che purtroppo non siamo riusciti a vedere.
Abbastanza stravolti dai 1700 km fatti in meno di 36 ore, arriviamo finalmente a Cairns e… FA CALDO!!!!!!!! TANTO!!!!! E’ ormai sera, ma c’è un’aria calda e umida che mi ricorda molto quella respirata nella balconata dell’aeroporto di Singapore. Prima cosa che noto della città è che alla fine è davvero piccola. Lo sapevo già, l’avevo vista mille volte su google earth, ma non me la immaginavo così tanto concentrata in 4 o 5 vie principali, ma soprattutto quando uno mi parlava di Cairns a me veniva in mente un’immagine di una città su un mare stupendo, forse anche una Miami in versione molto mini, invece la città è si sul mare, ma non esiste neanche la spiaggia, c’è uno scalino alto un metro e mezzo che da su una baia piccola e anche abbastanza puzzolente, e un po’ come a Brisbane se uno vuole farsi il bagno, nel parco che separa la città dalla costa c’è un’enorme piscina pubblica.
Pensandoci bene uno dovrebbe anche aspettarselo, fare il bagno in queste acque comunque può essere anche abbastanza pericoloso, in quanto sono pieno habitat della Box Jellyfish, la medusa più velenosa del mondo nonché i soliti amici squali. Però proprio me la immaginavo diversa, ma soprattutto me la immaginavo anche un po’ più viva! Se c’è una cosa alla quale non mi abituerò quasi mai è alle abitudini legate agli orari che hanno qui. Dopo tutta quella strada fatta, il caldo umido, il bagno nel mare fatto il giorno prima mentre Luca andava sul Kite, e una notte in macchina, volevamo cercare un’ostello per una notte sola per poterci fare una doccia, ma niente, tutte le reception già chiuse e nessuna possibilità di prendere una stanza. Per fortuna se le reception sono chiuse, le porte sono aperte e ne approfittiamo per farci comunque una doccia in un ostello almeno da rinfrescarci un po’ e andare alla ricerca del nostro solito posto in cui nascondere la macchina e poter passare la notte. Dopo una mezz’oretta forse più di vagabondaggio per le vie di Cairns, Luca riesce a trovare una via senza uscita e senza case, nella quale passo la notte più brutta del viaggio. La pioggia caduta fino a poche ore prima che con il caldo aumenta l’umidità del 200%, clima del quale gli insetti gioiscono. Dormire con le porte chiuse è impossibile, alla fine optiamo per tenere le porte aperte, solo i finestrini non sono abbastanza, e anche così finisce questa giornata.




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